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Rarissima e copiosa lettera scritta da Radclyffe Hall al suo "big brother" e "Camrade" Gabriele d'Annunzio.
È noto il sentimento di grandissima amicizia ed amore che univa i due scrittori, ognuno di loro unico nel suo genere come personaggio e come stile. Questa bellissima lettera, parte del rapporto epistolare che legò per lunghi anni i due amici, è un limpido esempio della preziosa arte scrittoria della scrittrice LGBT.
Radcliffe Hall confeziona, con una proprietà narrativa che la contraddistinguono come grande scrittrice, una prosa che più che una lettera si avvicina ad un vero e proprio saggio descrittivo.
La scrittrice rammenta una sera passata assieme a d'Annunzio al Vittoriale degli Italiani in una stanza dove ha consumato una cena indimenticabile, alla vista della porta dello studio in cui "i pensieri vengono trasformati in parole scritte per le generazioni presenti e quelle future". Parla poi della statua di San Francesco, uno spirito imprigionato nel bronzo, e di un viaggio in Puglia dove ha potuto vedere le tombe dei giovani Arditi.
La scrittrice parla inoltre dell'aeroplano del Comandante, che lo ha portato alle più alte vette del valore e professa il suo profondo amore per il Vate, amore che se non fosse stato per l'omosessualità della scrittrice, sarebbe senz'altro sfociato in un amore ben più carnale e passionale.
Questa lettera è da considerarsi un documento importantissimo dal punto di vista della vita privata di Gabriele d'Annunzio e del rapporto con la Radcliffe, così importante per lui che la omaggiò di una preziosissima tartaruga in argento.
La lettera, datata 4 agosto 1935, è inviata dall'Hotel Catullo di Sirmione su carta intestata dell'albergo.
Codice articolo: MNTAST0922
Data articolo: 4/8/1935
Pagine: 4
Pagine manoscritte: 3
Condizioni: Ottime
Dimensioni: 29x23