Lettera interamente autografa dell'Onorevole Pietro Sbarbaro, celebre scrittore italiano, redatta a Napoli il 4 dicembre 1879 a seguito del Comizio di Napoli per la pace.
All'interno della lunga e copiosa lettera aperta agli Italiani (molto probabilmente si tratta di una bozza di un discorso pronunciato dallo stesso Sbarbaro in una delle sue lezioni all'Università di Napoli) vengono trattati numerosi argomenti "caldi" per l'Italia post unitario: il riarmo della nazione, le terre irredenti e la Presidenza della Repubblica Italiana.
Nella prima pagina e per metà della seconda lo Sbarbaro descrive una netta divisione tra le idee politiche di Agostino Bertani (amico e collega dello Sbarbaro), contro le idee politiche-militari del Generale Mezzacapo (Ministro della Guerra e avversario politico dell'Estrema Sinistra).
La differenza sostanziale nelle due idee politiche è concentrata nel riarmo italiano a seguito delle Guerre d'Indipendenza. A seguito dell'unificazione del 1861 e la breccia di Porta Pia del 1871 la "situazione" Italiana si era del tutto tranquillizzata, ed era pertanto necessario prendere una decisione definitiva per l'esercito, visti i gravosi costi di mantenimento.
"In Italia, come nel resto d'Europa, si trovano a fronte due specie di democrazie, quella retorica, formalista, idealista e massimamente politica, che ha la sua espressione più fedele nell'impresa dell'Italia Iredente e nella filosofia bellica del Generale Mezzacapo e l'altra tutta sollecitudine operosa per la redenzione del proletariato e il progresso positivo della sociale prosperità, che in Sella (Quintino), nel Luzzatti (Luigi) e nel Bertani ha tre interpreti egregi".
Il copioso scritto prosegue, continuando a premere sul discorso delle Terre Irredenti della Corsica, il Canton Ticino, Nizza, Malta, Trento e Trieste e sull'inutilità del riarmo italiano per una Guerra in Europa (dagli anni '80 del XIX secolo la corsa europea fu infatti rivolta al colonialismo africano).
"Il popolo Italiano, ... se vuole le opinioni di Agostino Bertani, sopra altre materie: dica pure, che è un uomo di sfrenata ambizione, un lucifero di orgoglio, che vagheggia in tempo la Presidenza della Repubblica Italiana; ma sappia che Bertani, prima di morire vuole essere Presidente del Consiglio: a che, finito il Carnevale della Sinistra Storica, la Corona dovrà eleggere ad un Ministero presieduto da Q. Sella o la sublime esperienza di un Gabinetto capitanato da Bertani. Nell'uno, come nell'altro caso, il Regno dei politici avventurieri sarà chiuso per sempre, nell'una come nell'altra ipotesi l'Italia del Lavoro e della pace sarà salva e sarà eterna!
Napoli, 4 dicembre 1879 Sbarbaro".
Raro manoscritto autografo di grande interesse.