Lettera interamente autografa e firmata di Camillo Benso Conte di Cavour celebre politico, patriota e imprenditore italiano. Fu ministro del Regno di Sardegna dal 1850 al 1852, presidente del Consiglio dei ministri dal 1852 al 1859 e dal 1860 al 1861. Nello stesso 1861, con la proclamazione del Regno d'Italia, divenne il primo presidente del Consiglio dei ministri del nuovo Stato e morì ricoprendo tale carica. Fu protagonista del Risorgimento come sostenitore delle idee liberali, del progresso civile ed economico, dell'anticlericalismo, dei movimenti nazionali e dell'espansionismo del Regno di Sardegna ai danni dell'Austria e degli stati italiani preunitari.
Lettera redatta il 17 settembre 1860 a Torino (come riportato anche sul timbro di invio), con busta, anch'essa interamente autografa di Cavour, indirizzata a Pasquale Mancini Deputato al Parlamento Nazionale a Napoli.
Copiosa e di incredibile contenuto:
"Preg. Collega,
Giunto a Napoli, Garibaldi ha gettato la maschera, annunziando col suo indirizzo ai Palermitani la ferma sua intenzione di recarsi a Roma, e mandando Trecchi al Re per chiedere l'allontanamento dai suoi consigli di Farini e di me.
Il Re ha risposto con moderazione e fermezza. Il ministero ha deliberato di astenersi da qualunque atto che indicasse un'assoluta rottura; ma ha consigliato al Re di convocare il Parlamento pel 2 del venturo ottobre.
Prima di quell'epoca io mi lusingo che il corpo di de Lamoriciére (Christophe Louis Léon Juchault, generale e politico francese che servì anche nell'esercito pontificio, combattendo contro l'esercito sabaudo nella battaglia di Castelfidardo e fondando gli Zuavi pontifici) sarà disperso ad Ancona presa, onde saremo in condizione di far sancire il nostro operato nell'Umbria e nelle Marche ed ottenere un mandato di fiducia per ciò che ci rimane a fare a Napoli e in Sicilia.
A dir vero non abbiamo ancora determinato il modo di agire nel caso in cui Garibaldi non si arrenda agli ordini che il Re gli ha trasmessi per mezzo del Conte Vimarcati (Ottaviano Vimercati, come militare, partecipò alla guerra di Crimea e alla seconda guerra d'indipendenza italiana di nuovo con le truppe francesi come ufficiale di Stato Maggiore del generale Canrobert. Dopo l'armistizio di Villafranca andò a Parigi dove fu un abile informatore di Cavour. Fu al fianco di Garibaldi nella campagna delle Marche nel 1860 e poi tornò a Parigi dove svolse le trattative per il riconoscimento del Regno d'Italia e per lo sgombero delle truppe francesi da Roma). (...)
Pare che l'Austria non si muova. Tanto meglio! Mi sono quindi astenuto dal dare nuove disposizioni, salvo lo spedire le Guide a Durando che ha pochi mezzi per far sorvegliare il confine.
Ho scritto a Lamarmora che se lo credeva utile gli avrei spediti i due Reggimenti di Cavalleria di linea che sono al campo. Ma esso ritiene che ciò sarebbe prematuro (...)
Mi lusingo ch'ella avrà fra breve ad annunziarmi la cattiva de Lamoricière racchiuso fra lei e Cialdini. A tale annunzio farò sparare i cannoni.
Suo af.
C. Cavour"
Condizioni: sia la lettera che la busta sono state incollate ad un cartoncino.
Dimensioni busta: 12,8 x 9,8 cm
Tale era l'importanza del testo che della stessa missiva si conosce un'altra copia inviata però a Manfredo Fanti, inserita successivamente nel suo epistolario.
Questa lettera, inviata a Pasquale Mancini, è probabilmente da considerarsi come una prima stesura poiché non è esente da correzioni e cancellature.
Sul supporto rigido possiamo inoltre apprendere che tale cimelio era stato precedentemente censito nella Pleadwelle Collection di Honolulu.