Lettera dattiloscritta con autografo del politico Tullio Benedetti, indirizzata al politico Bozzotti di Firenze, redatta su carta intestata dell'Assemblea Costituente, ottenuta riutilizzando una carta intestata della Camera dei Fasci e delle Corporazioni a cui è stata cancellata l'intestazione originale.
La missiva, redatta a Roma riguarda gli spostamenti futuri del senatore, oltre ad alcune spiegazioni sui rapporti tra il Philipson, Bozzotti e il Benedetti.
Come si può evincere dalla missiva il Benedetti cerca un chiarimento: "Io non posseggo la tua arte diplomatica, sono un primitivo, e perciò mi scuserai se ti dico franchissimamente che giudico quanto avvenuto a Firenze sia opera di porci e malandrini. Io, con i porci e i malandrini, mi posso trovare una volta, se mi sbaglio nel giudicarli; ma quando ho avuto modo di valutarli meglio, non vado più in loro compagnia".
Bella ed interessante lettera di un importante politico italiano redatta in uno dei momenti di maggiore incertezza della neonata Repubblica.