Bellissima lettera interamente autografa e firmata di Giuseppe Mazzini celebre patriota, politico, filosofo e giornalista italiano. Esponente di punta del patriottismo risorgimentale, le sue idee e la sua azione politica contribuirono in maniera decisiva alla formazione dello Stato unitario italiano; le condanne subite in diversi tribunali d'Italia lo costrinsero però alla latitanza fino alla morte poiché egli fu convinto sostenitore dell'istituzione repubblicana contro la monarchia sabauda. Le teorie mazziniane furono di grande importanza nella definizione dei moderni movimenti europei per l'affermazione della democrazia attraverso la forma repubblicana dello Stato.
Lettera indirizzata a Ludovico Frapolli noto politico e patriota, molto legato a Mazzini.
La missiva è da considerarsi estremamente rara e di elevato interesse: pur non essendo specificato l'anno, possiamo facilmente collocare la lettera al 5 luglio del 1848 redatta proprio durante i tumulti di uno dei periodi più burrascosi e rilevanti della storia italiana. È grazie alla penna del Mazzini che comprendiamo il complesso momento attraversato dai patrioti italiani:
“Caro Frapolli, non t’adontare del mio silenzio: non ho un minuto di tempo. Spero che tu riceva l’Italia del Popolo (si parla del giornale pubblicato da Mazzini dato alle stampe solamente dal 20 Maggio 1848 al 3 Agosto dello stesso anno). Scrivimi delle cose di Francia; perché non mandi qualche corrispondenza col Giornale?
Noi qui siamo sulla breccia guadagnando terreno ogni giorno. Come rimani in questa tempesta con il governo francese? Hai tu contatti con gli Esteri? Cosa sai della politica che seguono o intendono seguire?
Indirizza fino a nuovo avviso, le tue lettere a Miss Hill…
Il latore, buon amico, potrà narrarti dei casi di Vicenza etc.”
La lettera è inviata durante i durissimi scontri del 1848 ed in particolare a pochi giorni dal termine della battaglia di Vicenza (citata nel post scriptum) che vide la resa dei volontari pontifici a seguito dell’attacco da parte degli austriaci guidati dal Generale Radetzky.
A seguito di questa sconfitta l’esercito di Carlo Alberto attraversò una fase di stasi per culminare poi, sempre a luglio, nella celebre Battaglia di Custoza.
Grazie alla missiva Mazzini cerca di rassicurare il Frapolli, all'epoca era ambasciatore a Parigi del Governo provvisorio della Lombardia, dalla tenuta dell’esercito piemontese e tenta di comprendere i risvolti politici della rivoluzione avvenuta in Francia proprio nel 1848.
Cimelio da considerarsi particolarmente raro vista la scarsità di materiale autografo di Giuseppe Mazzini risalente al 1848.