Commissioni d'asta del 17.5%
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Relazione autografa di Vincenzo Gioberti, presbitero, filosofo e primo Presidente della Camera dei Deputati del Regno di Sardegna.
Gioberti scrive una relazione relativa ad una adunanza del Consiglio Provinciale di Bologna della quale si era occupato il Cardinale Gizzi, all'epoca Segretario di Stato sotto Papa Pio IX.
Egli presenta tutte le proposte che sono state fatte in tale occasione come ottimi spunti per migliorare la condizione del popolo dello Stato Pontificio, per esempio l'implementazione dell'educazione dei fanciulli con la creazione di Istituti Tecnici e Agrari che indirizzino i giovani ai lavori agricoli ed accessori, l'implementazione e l'ordinamento di una truppa nazionale quale "uno dei più ardenti voti di tutti i buoni cittadini", l'attivazione di lavori pubblici tramite i tutti i comuni al fine di incrementare la rete viaria montana che manca, utilizzando i lavoratori nelle pause dal lavoro dell'industria privata; l'organizzazione sotto una sola direzione degli Istituti di beneficenza e che la Polizia con opportune misure contrasti più efficacemente l'accattonaggio e la mendicità.
Tale Consiglio era tuttavia estremamente prodigo di idee, che incontrano il favore del Gioberti, quali ancora: un riordinamento della Polizia in accordo con i municipi, il ravvivamento dell'agricoltura tramite trattati commerciali che facilitino l'esportazione dei prodotti e una banca di sconto; inoltre insiste in merito alla distribuzione equa delle imposte, affinché l'erario ne tragga vantaggio, ma esse non gravino pesantemente sulla popolazione.
Infine, fa menzione dell'Università, in quanto una delle più antiche e celebrate e viene auspicato che siano implementate le cattedre e i gabinetti, affinché gli altri italiani e gli stranieri possano frequentarla.
L'ultimo voto è quello di un Consiglio Permanente in Roma, composto dagli uomini più sapienti e più esperti negli affari di tutte le provincie, come succede all'estero. Compito di tale Consiglio sarebbe quello di coadiuvare il Governo nella disamina di leggi e ordinamenti per il progresso dello Stato Pontificio.
Tali sono gli auspici del Consiglio Provinciale ed egli si augura che i bravi cittadini avranno ragione di affidarsi allo zelo degli uomini desiderosi e cooperanti al fine del Papa.
La lettera si conclude con una provocazione per i nemici dell'Unità d'Italia:"Pensino che i nostri nemici e gli avversari di ogni bene si sforzano colle male arte di provocarci, di dividerci, di eccitare tumulti, di spaventare il Governo. Pensino che da questi principii dipende l'avvenire delle nostre contrade e in parte ancora l'avvenire d'Italia".
Questo appunto con cui il Gioberti chiude la relazione è da considerarsi come un monito per il futuro '48 in Italia e per tutti i moti risorgimentali futuri.
Il documento è redatto su carta ad alta grammatura. Sono presenti piccoli strappi sulle piegature della pagina.
Codice articolo: FINFAG185-1008
Data articolo: 01/12/1846
Pagine: 4
Pagine manoscritte: 3
Condizioni: Ottime
Dimensioni: 31x21.5