AUTOGRAFO DI GABRIELE D'ANNUNZIO BEFFA DI BUCCARI LETTERA A SARTORI CON BUSTA - RARITÀ

Lotto 201

GABRIELE D'ANNUNZIO

Stima: 3.000 - 4.000€

Aggiudicato per 2600,00 €

(Riserva raggiunta)

Commissioni d'asta del 17.5%

Chiusura asta: 22/03/2024
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Importantissima lettera interamente autografa e firmata di Gabriele d'Annunzio celebre scrittore, poeta, drammaturgo, militare, politico, giornalista e patriota italiano, simbolo del decadentismo e celebre figura della prima guerra mondiale, dal 1924 insignito dal Re Vittorio Emanuele III del titolo di Principe di Montenevoso. Soprannominato Il Vate

Lettera in barbe, su carta intestata personale del Vate "Io ho quel che ho donato" con filigrana centrale che rappresenta un'ancora, che riporta la data ed il luogo "Baia di Buccari il 10-11 Febbraio 1918" ed indirizzata al Signor Capitano Sartori della III Armata. 
La beffa di Buccari fu un episodio della prima guerra mondiale tra i più famosi di sempre, avvenuto nella notte tra il 10 e l'11 febbraio 1918. Si trattò di un'incursione effettuata da motoscafi armati siluranti della Regia Marina contro la flotta austro-ungarica nella baia di Buccari (oggi in Croazia). A seguito dell'incursione, le unità italiane riuscirono a riguadagnare il largo tra l'incredulità dei posti di vedetta austriaci, che non credettero possibile che unità italiane fossero entrate così in profondità fino a raggiungere il porto e che non reagirono con le armi, ritenendo dovesse trattarsi di naviglio austriaco.
Tre bottiglie ornate dai colori nazionali furono lasciate sui galleggianti nella parte più interna della baia ed al loro interno vi era inserito il celebre messaggio scritto da D'Annunzio; questa azione venne rinominata poi con l'appellativo di "beffa di Buccari".
L'impresa ebbe una grande risonanza, in una fase della guerra in cui anche gli aspetti psicologici stavano acquistando sempre maggior rilevanza. Per l'Italia, che si stava riorganizzando dopo la celebre disfatta di Caporetto, l'eco della riuscita dell'impresa dannunziana fu notevole e rinvigorendo non poco il morale della popolazione e di conseguenza l'esercito impegnato sul Piave. 

D'Annunzio, fiero dei risultati, scrive di petto queste parole inviate mediante la busta acclusa al Capitano Sartori: "In onta alla cautissima flotta austriaca occupata a covare senza fine dentro i porti sicuri la gloriuzza di Lissa, sono venuti col ferro e col fuoco a scuotere la prudenza nel suo più comodo rifugio i marinai d'Italia che si ridono d'ogni sorta di reti e di sbarre, pronti sempre a osare l'inosabile.
E un buon compagno, ben noto - il nemico capitale, fra tutti i nemici il nemicissimo, quello di Pola e di Cattaro - è venuto con loro a beffarsi della taglia.
Baia di Buccari, 10-11 febbraio 1918". 
D'Annunzio appone in calce alla lettera la sua firma con una penna color rosso.

È importante ricordare come Gabriele D'Annunzio ricoprì un ruolo fondamentale nel propagandare l'eroica 'impresa: quella che stiamo presentando in questo lotto altro non è che una lettera interamente manoscritta ed autografa del Vate (di poco successiva) a quella contenuta nel messaggio lanciato nelle tre bottiglie addobbate con nastro tricolore e pertanto praticamente unica. A differenza del foglio inserito nelle bottiglie, il Vate appone di suo pugno anche il luogo "Baia di Buccari".

Dopo la beffa di Buccari, D’Annunzio si diede all’aviazione e nell’agosto 1918 volò sopra Vienna, facendo cadere sulla città dei volantini ed successivamente, nello stesso anno, venne pubblicato il libro: "La Beffa di Buccari - con aggiunti La Canzone del Quarnaro, Il catalogo dei Trenta di Buccari, Il Cartello Manoscritto e Due Carte Marine."

Presente la busta con destinatario, anch'essa interamente autografa di d'Annunzio, inviata al Capitano Sartori. 

Condizioni: la lettera riporta alcuni piccole macchie e leggeri difetti che non compromettono la consultazione e l'integrità dell'autografo. 


Codice articolo: GVAST0423i

Data articolo: 10/02/1918

Pagine: 2

Pagine manoscritte: 1

Condizioni: Buone

Dimensioni: 27.3x19.4

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