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Rarissimo documento storico inedito riferente ai tristemente noti "anni di piombo", una pagina terribile della storia della Repubblica Italiana.
Il documento è redatto su di un foglio protocollo, ed è completamente autografo di Roberto Ognibene. Ognibene fu un elemento di spicco dell'organizzazione terroristica denominata Brigate Rosse e fu parte, come esecutore materiale, della prima uccisione rivendicato dall'organizzazione nel 1974.
Ognibene fu coinvolto poi in una sparatoria dove perse la vita per sua mano il Maresciallo dei Carabinieri Felice Maritano e fu quindi arrestato e condannato a 28 anni di carcere.
Per comprendere l'importanza di Roberto Ognibene nelle Brigate Rosse, rientrò anche nella lista degli 8 militanti di cui fu richiesta la liberazione in cambio della liberazione di Aldo Moro.
Questo incredibile documento fu scritto proprio durante quel periodo di carcere, dalla Casa Circondariale di Torino dove era detenuto, protocollato dalla Direzione della Casa Circondariale e poi trasmessa al Magistrato, allora Presidente della V° Sezione del Tribunale di Torino.
Custodito dalla famiglia per moltissimi anni e mai divulgato prima, né alla stampa né agli organi di Polizia, il documento è una lettera minatoria indirizzata al Magistrato torinese Francesco Pempinelli, apostrofato dal brigatista come "vecchio citrullo, ultima rotella del baraccone da fiera già noto agli atti come Tribunale di Torino".
Nella lettera Ognibene attinge a piene mani ai deliri ideologici che animavano la lotta armata proletaria, si scaglia contro lo Stato e contro chi lo impersona ed amministra, e promette morte e dolore a chi si frapporrà tra loro e la creazione di un nuovo Partito politico che porterà la classe operaia al potere.
Il brigatista nomina poi Via Fracchia a Genova, dove quattro brigatisti furono uccisi dai Carabinieri in circostanze poco chiare scrivendo "...La lotta armata è tutt'altro che sconfitta nonostante le centinaia di operai arrestati, licenziati o uccisi come a Via Fracchia."
Viene poi fatto un altro riferimento importante ad un'uccisione recente, ed il brigatista scrive: "...Tutte le loro illusioni, sulla possibilità di battere la guerriglia attraverso la politica dei pentiti sono morte insieme a quell'infame che le BR hanno giustiziato nel posto adatto per questo genere di individui." Con molta probabilità Ognibene si riferisce all'assassinio di Girolamo Minervini, magistrato ucciso pochi mesi prima a Roma all'indomani della sua nomina a Direttore Generale degli Istituti di Prevenzione e Pena del Ministero della Giustizia.
La lettera termina con una tanto esplicita quanto visionaria minaccia al Magistrato ed alla magistratura tutta. Ognibene scrive infatti:
"Sarete cancellati dalla faccia della terra insieme a tribunali e carceri senza neanche rendervi conto del perchè. Da parte nostra faremo il possibile per procurarvi uno spiacevole trapasso ed una rapida estinzione. Come specie, s'intende! Perché come individui sparirete certamente molto prima. Col massimo disprezzo..."
La lettera riporta infine la data Torino, 6.10.1981 e la firma di Roberto Ognibene e di Maurizio Ferrari, altro celebre brigatista del nucleo storico delle Brigate Rosse.
Il documento è corredato da busta anch'essa autografa e dalla ricevuta del protocollo della Casa Circondariale nonché dell'estratto del registro riguardante la trasmissione dello stesso.
Codice articolo: PEM101-2303AST
Data articolo: 06/10/1981
Pagine: 4
Pagine manoscritte: 3
Condizioni: Ottime
Dimensioni: 31x21