Lettera manoscritta con autografo del Granduca di Toscana Cosimo III de' Medici, penultimo Granduca della linea principale maschile dei Medici.
All'interno della lettera il Granduca comunica al Cardinale Pietro Vidoni la concessione di un credito ad un Duca (non specificato) a patto che il Cardinale si esponga personalmente sulla questione, infatti con tono quasi intimidatorio così scrive il Granduca " che il mondo abbia a interpretarne ogni suo capriccio delle apparenze... senza obbligarmi all'estremo".
La missiva termina salutando il Cardinale, che aveva un certo peso alla corte di San Innocenzo XI in quanto era stato governatore di molti possedimenti papali in Emilia Romagna e Umbria come Rimini, Orvieto e Spoleto, oltre alla carica di Nunzio Apostolico in Polonia avuta alcuni decenni prima.
Considerando il contenuto e il destinatario il credito economico sarà stato rivolto ad un Duca della Romagna o dell'Umbria, visto l'importanza del banco mediceo in quegli anni, che prestava denari alle maggiori potenze italiane e Europee